Nel 2015 mi capita di vedere il film “Begin Again”, la storia di un discografico che torna a lavorare con un'originale "live performance" e vengo illuminato: a 50 anni suonati sento la voglia di tornare ad esibirmi dal vivo. Ma al contrario di John Belushi nei Blues Brothers, in missione devo andarci senza "la bbanda". E a questa età, non posso pensare di diventare Hendrix o Mozart o Freddie Mercury (anche perché sono tutti morti più giovani di me, sigh). Quindi, se non posso competere in qualità, ho pensato che avrei potuto eccellere in quantità. Così ho cominciato ad archiviare le canzoni che sono in grado di eseguire e pian pianino sono arrivato a un repertorio di 2500 brani, spaziando tra i vari generi musicali. E non mi fermo qui. La mia soddisfazione più grande si realizza quando riesco ad esaudire le richieste - anche quelle più strane - di chi mi ascolta. Per questo mi sono coniato il nickname Walking Juke Box. Canto in 6 lingue diverse e l'inglese lo insegno a scuola da 30 anni. Quanto buon vecchio rock ho propinato alle nuove generazioni! In famiglia non c'erano musicisti, ma la musica la si ascoltava costantemente e quando è comparsa una chitarra le sono saltato letteralmente addosso. Oggi di anni ne ho 57, ma quest'estate ho tenuto - da solo - varie esibizioni live dalle 2 alle 3 ore. A' Mick Jagger, ma chi sei?

Daniele Burrini